lunedì 10 settembre 2018

FASHION BLOODER


Cos’è la fast fashion, la moda economica dagli altissimi costi ambientali e sociali


Crediamo davvero che quella sensazione di vuoto e di tristezza possa essere colmata comprando un altra t-shirt da € 9,90. Una parte di noi sa che non sarà una soluzione ma il nostro cervello ha ricevuto talmente tanti stimoli esterni dalla TV, dai video clip, dalla musica, dai film che ormai la rete neuronale ha creato uno schema che ci renderà sempre più tristi e renderà i potenti sempre più ricchi.


Allora corriamo a prenderci i vestiti come quelli che indossano i calciatori, i cantanti famosi, per sentirci come loro per essere accettati in una società che segue gli stereotipi costruiti, una società composta da 2 miliardi di persone che corrono verso la schiavitù e 5 miliardi di persone che sono giù ridotte a schiavi.


Siamo tutti vestiti uguali, siamo tutti più poveri e più criminali.

Oggi ci sono tanti vegetariani e tanti vegani.

Questa è una scelta di vita davvero apprezzabile ma è una scelta che viene consolidata anche dal fatto che è una moda in questo momento essere "diversi dalla massa"

E' uno strumento fantastico, andare al ristorante o a cena da amici e puntare su di se' l'occhio di bue, aprire le tende tatrali durante il pasto e poter dire:- no io non mangio carne!

Tutti allora si cimentano a farti domande a capire cosa ti ha spinto a questa scelta cosi consapevole cosi etica.

A gran parte di queste persone non gli fotte un cazzo delle mucche o degli allevamenti intensivi, postano foto di insalate per nutrirsi poi di un "mi piace" ma non ha davvero consapevolezza delle proprie scelte.

Racconta di come improvvisamente ha provato compassione per gli animali e subito dopo parla dello shopping fatto il giorno prima da H&M, da ZARA, da Bershka.

POVERINE LE MUCCHE POVERINI I CONIGLI, SONO VESTITA ALLA MODA E HO CONTRIBUITO ALLA SCHIAVITU' E LA MORTE DI CENTINAIA DI PERSONE PER MANGIO L'INSALATA ! SONO FASHION

MUORI PUTTANA...

Non ti fa' strano che l


l’espressione “fast fashion”, cioè ‘moda veloce’, si fa riferimento a quelle aziende di abbigliamento che producono e vendono capi economici e alla moda, proponendone continuamente di nuovi. Realizzare una decina di collezioni all’anno (rispetto alle classiche ‘primavera-estate’ e ‘autunno-inverno’) fa sì che i ritmi di produzione di queste aziende siano sostenibili solo producendo in paesi come l’India, la Cina, la Cambogia o il Bangladesh dove il costo della manodopera è molto basso e spesso i lavoratori (anche bambini) sono sfruttati e costretti a lavorare in condizioni di mancata sicurezza.

Il costo della fast-fashion è enorme non solo a livello umano e sociale, ma anche ambientale. Il settore della moda e del tessile rappresenta infatti la seconda industria più inquinante del mondo, dopo quella del petrolio. Dall’acquisizione delle materie prime, passando per la produzione, il trasporto e lo smaltimento del prodotto, l’impatto ambientale del fast fashion è molto alto.

Secondo il Fashion Danish Institute, un quarto di tutte le sostanze chimiche prodotte nel mondo sono utilizzate nel settore tessile per realizzare il poliestere e le altre fibre sintetiche, che dal 2007 sono diventate le più diffuse (62%) per l’abbigliamento.
La produzione di queste fibre sintetiche causa l’emissione nell’atmosfera particelle e gas come CO2, ossido di diazoto, idrocarburi, ossidi di zolfo e altri sottoprodotti. Inoltre, gli impianti di produzione spesso rilasciano composti e solventi che inquinano i locali corsi d’acqua.
Non va meglio per il cotone, per coltivare il quale vengono utilizzati più pesticidi che per ogni altra coltura al mondo, mettendo a rischio la salute dei lavoratori e la salubrità di acque e terreni.

In oltre dietro nomi complicati quali ftalati e formaldeide nascondono una subdola minaccia per la nostra salute. Secondo uno studio realizzato dalla UE, ben il 7-8% delle patologie dermatologiche sarebbe dovuto a ciò che indossiamo.

il 30% degli abiti acquistati langue appeso negli armadi, mai indossato. Una percentuale equivalente finisce ogni anno in discarica dopo essere stato utilizzato, in media, meno di cinque volte, ma spesso anche dopo un solo uso. In totale 14 milioni di tonnellate di abiti e tessuti usati sono gettati via ogni anno nel mondo, di cui solo il 16% viene riciclato(fonte: EPA – Environmental Protection Agency).

Come consumatori, cosa possiamo fare per contrastare le conseguenze deleterie della fast fashion? È possibile cambiare l’industria della moda semplicemente modificando il modo in cui consideriamo i nostri vestiti. Dobbiamo cioè imparare ad essere scrupolosi, a leggere le etichette, a fare attenzione ai materiali di cui sono fatti i nostri abiti, a ragionare sulla loro provenienza, ad assicurarci che i diritti dei lavoratori siano rispettati. Insomma, dobbiamo rapportarci all’abbigliamento che acquistiamo nello stesso modo in cui abbiamo imparato ad approcciarci al cibo.

Preferire la produzione locale in luogo di quella su vasta scala, ricorrere a tessuti non tossici, incentivare il riutilizzo e imparare a rinunciare al superfluo sono tutte strade percorribili. Ricordando che fast fashion è solo apparentemente sinonimo di vestiti economici, portando con sé invece un costo umano, sociale e ambientale enorme.

FELICIDADE

FELICITA’

LA FELICITA’ E’ IL FINE DI TUTTI GLI UOMINI.

PER RAGGIUNGERLA SI FANNO FOLLIE SENZA SAPERE CHE DI ESSA POSSIAMO AVERNE SOLO UNA SENSAZIONE DOPO CHE L’ABBIAMO SPEIRMENTATA.

CI SI ACCORGE DI ESSER FELICI ANCHE DURANTE, MA LA SOSTANZA LA SI CAPISCE SOLO DOPO, PENSANDO AL PASSATO.

DICIAMO DI ESSER STATI FELICI CON MAGGIOR SEMPLICITA’ RISPETTO AL
“SONO FELICE”.

COS’ E’ LA FELICITA’? COME POSSIAMO DEFINIRLA?

ESSA E’ INNANZI TUTTO UN SENSO DI PIENEZZA INTERIORE CHE SIAMO IN GRADO DI PERCEPIRE PERCHE’ CI SENTIAMO RAPITI DA ESSA.

LA SUA DURATA E’ VARIABILE MA TENDENZIALMENTE BREVE.

E’ AVVINCENTE LA STORIA DELLA FELICITA’.

ESSA ERA DESIGNATA DAI GRECI CON IL TERMINE EUDAIMONIA CHE SIGNIFICA ANCHE FORTUNA. NON E’ CONCEPIBILE INFATTI LA FELICITA’ SENZA UN PO’ DI FORTUNA. MA COS’E’ LA FORTUNA?

L’INTERVENTO DEL CASO VIENE VISSUTO SEMPRE COME FORTUITO E NON CALCOLATO. TANTO E’ VERO CHE IN INGLESE, FELICITA’ SI DICE HAPPINESS CHE DERIVA DAL VERBO TO HAPPEN CHE SIGNIFICA ACCADERE.
COME TUTTE LE COSE CHE ACCADONO NO E’ CERTA LA STABILITA’ E LA SUA DURATA.

L’ILLUSIONE DI RAGGIUNGERE LA FELICITA’ E LA STABILITA’ AFFETTIVA E’ DOMINANTE E CI AIUTA DI VOLTA IN VOLTA DI PERSEGUIRE LE BATTAGLIE, LE QUALI UNA VOLTA VINTE, NON ASSICURANO NECESSARIAMENTE LA FELICITA’.

Tratt. Da Piccolo dizionario di psicologia quotidiana
Del prof. Francesco Florenzano – Psicologo & Gerontologo.
 
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CREDO CHE LA FELICITA’ NON SIA PERSEGUIBILE.

CREDO CHE NON SERVA LA FORTUNA PER GODERE
DELLA SENSAZIONE DI PACE CHE FA’ PARTE DELLA FELICITA’.

LO DICO IO CHE SONO MOLTO FORTUNATO MA CONTINUO A CERCARE ANCORA OGGI LA FELICITA’ COME UN ASSETATO CERCA L’ACQUA NEL DESERTO.

ME LO DISSE UN BAMBINO IN OSPEDALE CON UN SORRISO A 32 DENTI,  
"SONO FELICE!"

LO VEDO NEI BIMBI DELL’AFRICA SENZA CIBO E ACQUA, ALLA COMPARSA DI UNA FOTOCAMERA RIESCONO A GIOCARE E A ENTUSIASMARSI. QUESTO PERCHE’ IN QUELLE CONDIZIONI ESTREME, LA FELICITA’ ALBERGA UGUALMENTE DENTRO I LORO CUORI E LA LORO MENTE.

"L’AVERE" NON CONTA NULLA.



L’AVERE, IL POSSEDERE TI REGALA UNA FELICITA’ FAC – SIMILE, MOMENTANEA, ILLUSORIA DESTINATA A RICATAPULTARTI NELLA TRISTEZZA.

IO SONO CONVINTO CHE SIAMO TUTTI GIA’ IN POSSESSO DELLA FELICITA’,
MA NON DICHIARARLA, DA QUESTA PARTE DEL MONDO E’ LA PRASSI.
PERCHE' SIAMO CRESCIUTI CON LE VOCINE IN TESTA TIPO: 

 1- "NON DIRLO MOLTO, SE NO TI PORTANO SFIGA"!
 2- " TIENITELA PER TE QUESTA BELLA NOTIZIA, CHE LA GENTE E' INVIDIOSA!"

COSI' FACENDO CI STIAMO PORTANDO SFIGA DA SOLI!

NON HO MAI SENTITO UN ITALIANO DIRMI:- “SONO FELICE!”
NON HO MAI VISTO UN ITALIANO ESPRIMERE GIOIA IN STRADA TIPO, BALLANDO.

INVECE IN BRASILE, A DIECI ORE DI VOLO DA QUI’ TUTTO CAMBIA.
ATTENZIONE, NON VOGLIO DIRE CHE SONO PIU’ FELICI DI NOI !

VOGLIO DIRE CHE NON POTENDO “COMPRARLA” , LA RACCOLGONO NELLE COSE SEMPLICI.

BALLANDO UN SAMBA, SUONANDO UNO STRUMENTO, VESTENDOSI CON GUSTO COME MODELLE CON IL SOLO VESTITO CHE HANNO NEL GUARDAROBA.

LA FELICITA’ GLI RISPONDE REGALANDOLI UN PO’ DI FORTUNA.

NON VICEVERSA!

SE NON SORRIDERAI ALLA VITA, LA VITA NON SORRIDERA’ MAI A TE.

LA VITA E’ COSI’ IMMENSA E COMPLETA CHE OGNI ATTIMO POSSIEDE GIA’ TUTTO, FELICITA’, TRISTEZZA, AMORE, ODIO, PACE, SORRISI E LACRIME.

DIPENDE SOLO DA COSA VOGLIAMO RACCOGLIERE.

LA FELICITA’ E’ VIVERE NEL QUI ED ORA.
CHI VIVE NEL QUI ED ORA NON PUO’ PROVARE TRISTEZZA.

ESEMPIO:

SIAMO ALLA FESTA DI ADDIO DI UN TUO CARO AMICO CHE DOMANI PARTIRA’ IN GUERRA IN AFGHANISTAN.

LA FESTA E’ UNA BOMBA! TUTTI SI STANNO DIVERTENDO TANTISSIMO, TU E LUI COMPRESI. INSIEME.

LA FELICITA’ E’ LI!  IN QUELLA STANZA,
 IN QUEL MOMENTO PER TUTTI.

MA SE TI ISOLI IN UN LATO A PENSARE CHE DOMANI IL TUO AMICO PARTIRA’ O CHE TRA UN MESE PUO’ ESSER COLPITO DA UN PROIETTILE, LA TRISTEZZA DOMINERA’ NON FACENDOTI COGLIERE IL SEME DELLA FELICITA’ PERCHE’ SEI LONTANO DAL QUI ED ORA…